Gerardo Ferrara, sosia di Troisi, controfigura dell’artista napoletano: incontro indimenticabile

Gerardo Ferrara, sosia di Troisi, controfigura dell’artista napoletano: incontro indimenticabile

Gerardo Ferrara era un 31enne di Sapri, che aveva una grande somiglianza con Massimo Troisi sia nella fisionomia e nell’espressione del viso che nella corporatura. Fu contattato dalla produzione del film Il postino, grande successo del 1994 (vinse un Oscar per la Migliore Colonna Sonora) diretto da Michael Radford in collaborazione con Troisi, che aveva nell’interpretazione del grande artista napoletano il suo punto focale.

Il film, ispirato al romanzo Il postino di Neruda (Ardiente paciencia), del cileno Antonio Skármeta, rappresenta l'ultima interpretazione dell'attore napoletano Massimo Troisi, morto nel sonno a soli 41 anni, a causa di problemi cardiaci, solo poche ore dopo la fine delle riprese. Massimo Troisi nel film era Mario Ruoppolo, un umile pescatore che diventa il postino del famoso poeta Pablo Neruda, nei cui panni c’era Philippe Noiret. È un uomo povero e semplice, di sentimenti genuini, ma desideroso di elevarsi dalla mediocrità della vita. Dopo qualche tempo stringe amicizia con il poeta e si innamora di Beatrice Russo (Maria Grazia Cucinotta), che conquisterà declamandole poesie del suo amico Neruda.

Il postino è ambientato nel 1952 e tratta il periodo dall'esilio di Neruda alla sua partenza, si svolge interamente in un piccolo isolotto dell'Italia. La produzione del film, Cecchi Gori Group e Tiger Cinematografica, era alla ricerca di qualcuno che sostituisse nelle scene più pesanti un Massimo sempre più stanco e affaticato. Appena si incontrarono per entrambi fu come guardarsi allo specchio: "Massimo, resosi conto del mio imbarazzo, mi abbracciò e mi disse 'E tu mo ti fai vedere'.

Per più di un mese fu la sua controfigura, nelle scene più impegnative che per le precarie condizioni di salute di Troisi apparivano difficili da realizzare: Gerardo, facendo le veci di Troisi/Mario Ruoppolo, pedalava sotto il sole di Procida, si fermava ad ammirare il tramonto in cima alla collina, con quella bici tra le mani. Durante le riprese sua moglie Elena rimase incinta. Massimo le si avvicinava e le chiedeva: “Come sta Pablito? Mi raccomando, lo dobbiamo chiamare Pablito”, che era il nome del figlio del Postino.

L’ultimo ciak fu il 3 giugno:“Quel 3 giugno fu l’ultimo giorno che lo vedemmo e mentre andava via, lanciò a tutti noi uno strano saluto in cui ci disse di amarci tutti e di non dimenticarci di lui. Il giorno dopo morì”.

Oggi Gerardo Ferrara ha 26 anni in più, una carriera da insegnante, un bed and breakfast e nessun altro ricordo dal mondo del cinema. Ha anche un libro che Massimo gli regalò con una dedica: "A Gerardo, per la pazienza e l’abnegazione con le quali ha reso più piacevole e meno faticoso il mio lavoro".

Ed è tutto davvero indimenticabile, impresso intensamente nella memoria del cuore. L'onore più bello, a suo dire, aver reso meno faticoso il suo lavoro

E quel figlio, nato poco dopo la morte di Troisi, non l’ha chiamato Pablito. D'accordo con sua moglie, decise di chiamarlo Massimo.

Seguono alcuni video clip del film:

Troisi sosia, Il postino

Curiosità: Nel porto di Santa Marina di Salina, un tratto della banchina si chiama “Passeggiata Massimo Troisi”. Lì è conservata la bicicletta utilizzata nel film.

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